L’incentive travel funziona. Parola di Annamaria Ruffini, president SITE, il punto di riferimento a livello mondiale per i professionisti e organizzatori di viaggi di incentivazione ed eventi, fondata nel 1973. L’ottimismo della Society for Incentive Travel Excellence è alto, nonostante l’andamento del mondo degli eventi: “Sta crescendo la consapevolezza sia tra buyer e seller che il viaggio incentive sia una gran motivatore di performance – assicura Annamaria Ruffini. Cercando una panoramica generale si può stimare che le regioni più scelte e che hanno avuto un incremento nel 2017 sono nord America, Europa occidentale, Canarie e sud America; mentre Europa orientale, Medio Oriente/Africa, Australia, Asia centrale/India hanno sperimentato una decrescita. “Per quanto riguarda la scelta della destinazione buyers e sellers hanno punti di vista simili: sono importanti l’interesse dei partecipanti, il valore del dollaro e la sicurezza – conferma la presidente. Parlando di cifre, si stima che quasi la metà del buyer registra un incremento del budget dedicato al viaggio incentive riportando una spesa media di $5000 – ma c’è da ammettere che anche se i budget sono aumentati i buyer cercano modi per ridurre i costi, preferendo servizi e destinazioni meno costosi – sempre la Ruffini.
Sia buyer che seller definiscono sostenibilità e essere ‘green’ le condizioni più importanti per avere un impatto positivo sul programma del viaggio incentive. “Il nostro obiettivo ultimo è dunque incrementarne la sostenibilità – afferma con decisione Ruffini – la gran parte dei programmi incentive ora include infatti almeno un’attività di Corporate Social Responsability”. Sono dunque tre i punti fondamentali sui quali SITE intende operare: “Innanzitutto bisogna promuovere lo sviluppo sostenibile e capire come si intreccia con la responsabilità sociale delle aziende che praticano incentive travel e business events – elenca la presidente – poi è importante costruire un metodo di lavoro condiviso fra aziende del settore, aziende interessate al settore e strutturazione pubblica del turismo. Infine, punto fondamentale, è necessario coinvolgere il territorio con conferenze di servizi, formazione del territorio ospitante e degli attori economici del turismo”.
Tra le raccomandazioni per chi si occupa di incentive market colpisce quella di investire nella sharing economy, curando il contenuto e la qualità delle interazioni fra le persone coinvolte, ma anche l’indicazione di mostrare il contributo allo storytelling delle città coinvolte e che vogliono competere nel mercato. In definitiva la Society for Incentive Travel Excellence, nella persona della presidente, invita a creare associazioni che diventino un singolo punto di contatto con l’industria e le organizzazioni globali, a guardare avanti, cercando contratti sociali con diverse tipologie di popolazione: “Credo sia necessario anticipare il futuro del pianeta e del mercato piuttosto che soffermarsi sul perché la meeting industry non è abbastanza considerata oggi – conclude Annamaria Ruffini.
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